LE GROTTE DI VAL DE’ VARRI, BORGO SAN PIETRO E LA DIGA DEL SALTO

 

MATTINA

 

Attraverso un suggestivo itinerario ambientale e didattico è possibile visitare le grotte di Val de’ Varri.
Dopo aver percorso il sentiero d’ ingresso, ci si trova improvvisamente di fronte il maestoso e selvaggio dirupo del “grottone”, ai piedi del quale, nel periodo invernale, il Rio Varri riversa tumultuosamente nelle viscere della terra la sua cascata d’acqua.
Da qui si accede al ramo sinistro della grotta (la zona archeologica) che testimonia la presenza dell’ uomo Appenninico della media età del bronzo, e il ramo destro (fossile), formato dal lento e millenario lavoro dell’ acqua con numerose concrezioni che hanno dato luogo al gioco fantastico si stalattiti e stalagmiti: un lavoro certosino realizzato ad arte della natura.
Lo spettacolo è arricchito dalla scenografia di corsi d’acqua che si aprono come a formare piccoli specchi.

 

 

 

POMERIGGIO

Il paese di Borgo San Pietro originariamente si trovava in una vallata ora sommersa dal bacino del Lago del Salto, creato nel 1940 con la costruzione di una imponente diga artificiale: l’innalzamento delle acque ha cancellato i centri abitati oltre che di Borgo San Pietro, di Teglieto, Fiumata e Sant’Ippolito, anche queste frazioni di Petrella Salto, ricostruiti poi sulle sponde del lago.

Il Borgo un esempio di architettura razionalistica italiana in una provincia, quella di Rieti, che durante il Fascismo era stata segnata prevalentemente da interventi rurali o forestali. Una grossa lapide presso la diga incisa nella roccia ricorda i morti per la costruzione del possente sbarramento cementizio altro oltre 90m, e secondo leggende popolari locali all’epoca della sua costruzione era la diga più alta d’Italia.

Sommerso dalle acque l’antico monastero di Santa Filippa Mareri, risalente al XIII secolo. Durante l’estate, quando il livello delle acque del lago si abbassa, parte dell’edificio dell’antico monastero riaffiora. Il monastero è stato ricostruito nel borgo e vi sono stati trasportati alcuni reperti dell’antico monastero tra cui opere d’arte e il corpo della santa. Nel nuovo monastero il corpo della santa è conservata in un’urna all’interno di una cappella con alcune reliquie, tra cui un saio e a parte in una teca il cuore della santa. Nel museo del monastero un vecchio portone e una campana del vecchio monastero risalenti al XVI secolo e numerosi quadri di Giorgio de Chirico che il pittore ha donato al monastero. Tra le opere un autoritratto del 1960.

La Diga del Salto a gravità, alta 108 metri, fu costruita dalla Società Terni nel 1940 mediante sbarramento del fiume Salto allo scopo di realizzare l’invasamento della valle del Cicolano. Per ricavarne energia elettrica.
La diga sul fiume Salto fu eretta da ottomila operai assieme all’altra gemella del Turano e alle opere connesse, non ultime le case per ospitare quei residenti dei quattro paesi da sfollare che in taluni casi opposero una resistenza disperata.
La costruzione di questo impianto, iniziata nel 1940, fu completata solo dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale.